Parla con te stesso!

Parla con te stesso!

Dicono in giro che il mondo sarebbe un posto migliore se soltanto dialogassimo un po’ più spesso con i nostri simili: ne sono pienamente d’accordo. In questo caso, dialogare per me vuol dire parlare e con una certa intensità emotiva, con partecipazione, con l’intento di voler discutere su delle cose e di riflesso migliorarle. Il più delle volte ciò non accade e questo perché non siamo aperti al dialogo, ovvero all’ascoltare e parlare, ma soltanto a voler dire la propria … preferibilmente spuntandola sull’altro, avendone ragione. Ed è qui, proprio qui, che iniziano i conflitti, i contrasti … perché generalmente ognuno vuole raccontare la propria senza dar spazio ad un confronto. E quand’anche qualcuno ci ribattesse con una sua idea … ecco che spesso la si vede come un’offesa, una mancanza di rispetto. Sembra logico che con queste basi, per nulla costruttive, sono inevitabili le dispute e nascono, quindi, le inimicizie, i rancori, i mali fra le persone.

Questo è quanto potrebbe accadere fra le persone. Ma allo stesso tempo, però, ho ben compreso che i benefici di un buon dialogo non è soltanto importante tra noi esseri umani … ma anche fra noi stessi … me e me … se non di più! La bontà delle relazioni, infatti, nascono da rapporti di qualità … ed una proficua relazione con noi stessi non può non dipendere da rapporti di pari valore! Personalmente credo che un’ottimale relazione con noi stessi sia propedeutica a quella con altre persone. Infatti, se penso di essere un buono a nulla o che il mondo ce l’abbia con me … che genere di relazioni esterne posso sviluppare con questo stato d’animo e atteggiamento mentale? Un po’ come quel ragazzo che deve conferire ad un esame ben sapendo (senza dubbi, secondo lui) che il professore gli tirerà un brutto scherzetto. Fidatevi, non vorrei essere nei suoi panni … ma intanto (…). Al contrario, se penso di essere una persona benvoluta e di valore, qualunque approccio esterno può venir condizionato da questo altro stato e atteggiamento mentale, chiaramente maggiormente produttivo.

Detto ciò, inizierei a parlare un po’ con me stesso e, per quanto possa sembrarvi ridicolo, vi confermo subito due aspetti:

  1. che comunque già dialoghiamo con noi stessi
  2. che parlare in un certo modo fra noi e noi, produce effetti positivi in ogni ambito della nostra vita

Quanto al primo punto … è vero, noi già chiacchieriamo con noi stessi e le voci nostre interiori variano in funzione di quanto stiamo discutendo! Quando siamo calmi, parliamo in modo calmo … così come quando siamo nervosi, lo facciamo con i toni tipici di una persona alterata! Ma quale è la qualità di dialogo che dobbiamo avere fra noi stessi al fine di veder migliorare il mio animo e la mia esistenza? Una risposta univoca ed indiscussa non esiste: a ciascuno il proprio modo. Come le canzoni: a me piace quella che a te invece fa girare le nuvole. Al contrario, odio a peste quella canzoncina che tu canticchi in continuazione. Ciò non significa che poco o nulla possiamo fare: vuol dire piuttosto che dobbiamo renderci conto di come vogliamo parlare con noi stessi.

Per quei pochi studi che ho avuto modo di affrontare, il miglior dialogo con la parte interna di me (chiamato anche dialogo interiore) deve essere tenuto parlando in seconda persona e chiamandoci per nome. Cercate certezze per quanto da poco vi ho detto? Fidatevi è così, punto! Questa cosa buffa, per chi pensa che sia strana .. è invece importante perché ci pone nella condizione di veder di fronte a noi l’immagine di noi stessi! Così facendo, il dialogo, è come se fosse intrattenuto da due persone in carne ed ossa, l’una di fronte all’altra. E l’uso del “tu” sta a significare il profondo rapporto che ci unisce (beh, così deve essere per forza … diversamente non riesco nemmeno ad immaginare). Nella comunicazione diretta è essenziale far uso del proprio nome, il quale rappresenta per tutte le persone al mondo (ma tutte tutte) un valore molto importante. Inoltre, al semplice ascolto del nostro nome, subito entriamo in uno stato di attenzione assoluta! E quest’attenzione, risvegliata da quel qualcuno che ci chiama per nome … è altrettanto indispensabile. Di fatto apre i radar ricettivi delle informazioni, ovvero, i nostri sensi.

Ad esempio un’entrata di questo genere … <Francesco, oggi ti vedo giù di giri, vorrei che tu fossi pimpante come al solito!> … concede l’opportunità al “Mio Francesco” di iniziare a dire la sua. Per quanto sembra folle, questo modo di fare, ha in sé dei poteri molto interessanti. Fra questi, la possibilità di far emergere aspetti che sono in noi … di cui non ce ne rendevamo conto! E questa emersione, già di per sé, è sintomo di nuova consapevolezza, della serie … “c’era, ma non sapevo cosa c’era!”

In passato ho avuto momenti particolarmente agitati e nemmeno sapevo cosa o chi mi portava ad esserlo. Col dialogo interiore, che pratico da qualche tempo, vengo a conoscenza di ciò che mi rende irrequieto e tendo ad impegnarmi a risolvere la situazione. E riuscendoci nella stra-grandissima maggioranza dei casi: nei pochi casi restanti, vengo comunque aiutato, ricevendo spunti, rasserenamenti, suggerimenti e (perché no?) benedizioni. A questo punto, parla con te stesso ed inizia già da adesso!

L’uomo che volle far tacere la sua voce, è lo stesso che andò con la canna da pesca nel deserto!

Francesco

 

Parla con te stesso

1 commento su “Parla con te stesso!”

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