Prima, seconda, terza persona

Prima, seconda, terza persona - Francesco Tortora

Prima, seconda, terza persona

Quante volte desideriamo che gli altri si mettano nella nostra situazione, nei nostri panni? Tante, quante le volte che gli altri vorrebbero che noi ci mettessimo nella loro precisa posizione! E’ evidente che queste richieste, le nostre e quelle degli altri, fuoriescono in modo particolare nei momenti di conflitto, o quando dobbiamo prendere decisioni di una certa importanza, o quando ancora desideriamo una collaborazione da parte di una persona. Oggettivamente, ed anche soggettivamente, ognuno vive un proprio mondo … una specifica e personale realtà … ricca di tante sfumature … che difficilmente si identificano nelle altre persone, anzi … quasi mai! Capire le prospettive delle persone compresa la nostra, in molti casi, è tutto: porta alla comprensione dei cambiamenti da apportare al nostro comportamento e a quello degli altri … ci indirizza verso soluzioni in cui tutte le parti coinvolte ne traggono un beneficio. Ma, è altrettanto utile quando l’obiettivo sta nel ripianare un conflitto, un diverbio, una discordanza di pensiero (ehm … di vedute).

Di solito, proprio i conflitti, non sono altro che posizioni nostre personali irremovibili: io mi impunto pensando che questo è il modo di operare … tu fai altrettanto, sostenendo che il miglior modo di farlo è quello che gira nella tua testolina. Nei rapporti di lavoro, purtroppo, tutto esiste all’infuori delle valutazioni delle varie posizioni percettive. Il capo, proprio perché capo, non viene messo in discussione. Il lavoratore, invece, vorrebbe discutere di come migliorare in qualche ufficio o comparto … ma si è reso conto che è inutile … tanto il capo non è il tipo che vuole ascoltare altre canzoni. Che ne dite della bellezza di questo capo che riceve servizi soltanto perché comanda? E della bellezza di quel lavoratore che obbedisce soltanto, indipendentemente da ciò che gli viene chiesto? Sono un tipo che per mestiere incontra la bellezza di circa 3200 persone ogni anno. Pensare che io capisca poco o nulla della vostra attività è effettivamente corretto! Ma pensare che io non sappia del mormorio e del bisbiglio … bhe, qui ne sono certo io!

Ma questa cronaca di poco valore su come sono messe le cose … mi occorre esclusivamente per ricordare a tutti che il fiume si sta alzando … e che se non facciamo qualcosa … s’inonda tutto. E dopo tutto questo mi chiedo chi possa essere la persona giusta per fare qualcosa per volgere al meglio. Molti stanno adesso pensando che la persona candidata ad operare verso il miglioramento sia il proprio datore di lavoro (o direttore di stabilimento, o altra persona a seconda della scala gerarchica della vostra azienda). Si, confermo questo vostro pensiero … ma cos’altro pensate quando il vostro capo non si adopera a tal fine? Pensate che non c’è nulla da fare … pensate che la vita è questa e che siamo nati incudine a disposizione totale di un martello? Se io credo che tutto dipenda dal mio capo e credo anche che nulla posa fare in merito … credo in ultimo che stiamo perdendo tempo! Credo male o bene? Ma se io, invece, credo che principalmente dipende dal mio capo e che io comunque posso aprirgli gli occhi … credo anche che sto aprendomi un’opportunità per lavorarci sopra con l’intento finale di vedere migliorate le cose! Tutto sta nel voler migliorare (desiderio ardente), di vedere la vita in un modo diverso da quello attuale (cosa voglio specificatamente) … per poi farsi prendere dalla fiamma che ci spinge a compiere i passi necessari (agire, darsi da fare).

Mi rendo conto che qualcuno di voi possa pensare che sia un sognatore e ve lo confermo! Ma poi mi domando cosa ci sia sbagliato nell’esprimersi in una letterina come questa … dicendo alle persone che possiamo fare dei passi per vivere una vita di una qualità certamente superiore a quella che stiamo vivendo. Ora, tu stesso sai come la pensi al riguardo di quella situazione non ancora ben definita … e questa si chiama “prima posizione percettiva”. Ora mi piacerebbe che tu ti mettessi nei panni dell’altra persona (in seconda posizione): devi assolutamente pensare come lui, capire come lui, ma soprattutto vedi te stesso con i suoi occhi. Potresti aiutarti ponendoti domande come queste: 

  • Che idee ha sul mio conto?
  • Perché non mi offre l’opportunità di relazionarmi?
  • Cosa vede in me che non va?

In pratica, analizzati coi suoi occhi!

In più di un’occasione già questa veduta percettiva ci viene utile per trarre delle considerazioni sui comportamenti da cambiare o su altri da introdurre o eliminare! Considerando la prima persona (io) e la seconda (tu), già abbiamo elevato la nostra consapevolezza al riguardo delle diverse vedute fra le persone: abbiamo compiuto un passo di notevole importanza … siamo usciti dal guscio che costitutiva il nostro mondo. Adesso sappiamo che almeno ne esiste un altro (quello dell’altra persona, appunto). Ora, eseguiremo un altro passo di crescita che ci porterà ad allargare le vedute e le connesse opzioni di scelta e cambiamento. Ricordate, tutto questo ci viene in aiuto soltanto se vogliamo migliorare. Il prossimo passo, pertanto, è la terza posizione che si acquisisce nel momento in cui noi, come in una sala cinematografica, vediamo noi e l’altra persona in quella circoscritta situazione da cambiare! Siamo, pertanto, spettatori … un pò giudici … ma senza esprimere il benché minimo giudizio sugli attori. Eliminiamo, quindi, interpretazioni personali che possono infierire sull’emotività del contesto! Dobbiamo essere scrutatori del film che abbiamo avanti a noi proiettato, carpendo le informazioni utili che poi faremo nostre portandole in prima posizione (io). 

Mi fermo ai tre livelli, ne esiste un altro (quarta posizione) che discuteremo in seguito … queste tre sono già di per sé preziose per quanto dobbiamo migliorare. Ma avete fatto caso a cosa è accaduto in tutto questo frangente? Ci siamo resi conto che avendo cambiato punto di vista (dalla prima alla seconda posizione, dalla seconda alla terza, dalla terza nuovamente alla prima) è cambiato direttamente il nostro stato d’animo? In prima posizione il tuo stato d’animo è rigido e molto negativo (lo odio, non doveva farmi questo). In seconda posizione ti sei sentito più aperto e compassionevole … perché hai valutato il tutto dal punto di vista dell’altra persona. Infine, in terza posizione, lo stato d’animo è stato neutro … ed è probabile che sia scappato qualche sorrisetto … perché molti si rendono conto che si diventa buffi e goffi in certi momenti! Altri ancora sono felici per il semplice motivo di aver compreso che non vale la pena di rosicarsi il fegato per una questione futile che era diventata enorme soltanto per i miei occhi (e il mio cuore)! Tenete conto di queste poche righe … fin quando non viviamo solitari sull’isola sperduta … avremo sempre modo di imbatterci in diversi punti di vista! 

Non c’è cosa più bella che pensare di avere le risorse per decidere la qualità della mia vita!  

Francesco

 

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