Formazione E-Learning: funziona per la Sicurezza?

La Formazione E-learning è un’opportunità, ma …

Funziona la Formazione E-Learning per la Sicurezza?

Ritengo la formazione frontale nettamente più proficua rispetto a quella telematica. Certo, magari i contenuti sono di per se simili … ma il calore di una stanza non ti viene offerto quando sei davanti ad un computer o ad uno smartphone mentre ti dedichi alle attività formative. Manca la relazione, lo scambio di idee e di sguardi. Mancano, altrettanto, le alzate di mano, i dibattiti aperti … capite, c’è una bella differenza!

Ciò nonostante, la normativa vigente, rende possibile la formazione a distanza (formazione e-learning,  videoconferenza, webinar, etc.). Sia chiaro, è possibile  a determinate condizioni. Questa modalità corsuale è comunque un’opportunità (in  molti casi una necessità) per assolvere agli obblighi di legge in materia di formazione sulla salute e sulla sicurezza.

Mi sento di fornire qualche suggerimento che possono favorire la nostra motivazione quando ci troviamo a dover adempiere per forza di cose alla formazione in modalità telematica, e-learning o altra che sia. Il primo consiglio è quello di approcciarsi al computer con l’idea di voler apprendere qualcosa. Sembra una battuta questa, ma non lo è affatto! Sono tante le persone che vedono nella formazione a distanza una bella seccatura, una grande gatta da pelare. Certamente, alla fine dobbiamo porre tanta attenzione, perchè i test intermedi e finali devono essere superati. Ma quest’attenzione, questa imposta auto-attenzione, non è un piacere. Sono dell’avviso che, chi fa qualcosa senza il piacere di farlo … in ultimo si trova a doverlo sbrigare, ma senza portarsi a casa il beneficio … perchè semplicemente approcciato in modo sbagliato mentale parlando.

Quando andavo a scuola, qualche materia poco la sopportavo (in verità più di qualcuna!). Dovendo, però, sostenere un’interrogazione programmata … a malavoglia studiavo. Solo il mio Dio sa quante ore in più ho soltanto guardato i libri, rispetto ai minuti in cui li ho veramente assorbiti. Ad ogni modo, seppur a malavoglia, ho comunque superato l’interrogazione. Ma oggi, nella mia mente, tranne la tanta malavoglia subita, l’antipatia verso la materia e la poca simpatia nei confronti dell’insegnante … nulla ricordo. Il che significa … giusto per essere pratico … che non significa nulla!

In termini di sicurezza, studiare tanto per esserci, anche se condito di malavoglia a valanga… alla fine può portarci a superare i test! Ma mi chiedo se saremo poi in grado di superare i quiz della vita. Quelli sono pericolosi, non li puoi affrontare portando con te la didattica del corso a distanza. Li puoi affrontare e superare i quiz, quando offri a te stesso la possibilità di crescere, ovvero, nell’aver assorbito le lezioni che hai svolto … seppur davanti alla tua postazione elettronica.

Dico questo … ma, soprattutto, a chi? Come sempre, ragiono in termini di monete. Hanno sempre due facce: quella dell’impresa che organizza i percorsi e le modalità di svolgimento e quella dei lavoratori. Ai primi dico: scegliete bene per insegnare a far bene! Ai secondi dico: imparate bene, per saper far bene! Comprese le difficoltà che si celano dietro alla formazione a distanza, suggerisco personalmente:

  • ai datori di lavoro e suoi collaboratori (rspp, aspp, dirigenti, etc.) di seguire lo svolgimento della formazione a distanza dei propri lavoratori. Seguire, in questo caso, significa sostenerli, stare loro a fianco, suggerire, capire se hanno problematiche interpretative o bisogno di approfondimenti e delucidazioni per loro fondamentali. In pochi termini, siate persone di sostegno alla motivazione del dipendente. Sono molti i casi i cui, soprattutto per soggezione personale, i dipendenti celano le proprie carenze, insicurezze, disagi e via discorrendo. Ma, ancor di più domandiamoci: quale investimento otterrò, come responsabile, da una formazione pari ad un  livello non ottimale? Ricorda che il vero risultato sta nel cambiamento che otterrai dai tuoi lavoratori
  • ai lavoratori racconto di farsi avanti. Di non provare alcun sentimento di soggezione o vergogna al riguardo delle carenze riscontrate in se stessi. Una persona carente, priva di umiltà, spesso eccellerà in ignoranza. Col tempo sarà talmente alto, il valore dell’ignoranza, che dimenticherà anche cosa significhi trovarsi in uno stato di carenza (ignorare di essere ignoranti, può mai essere un titolo cui fregiarsi per una vita intera?)

Ho finito, il resto è tecnica, strumenti, tempo, denaro, carte e inchiostro! Vero, anche questi alla fine contano … ma contano soltanto alla fine!

P.S. … Ti interessa, ad esempio, come eseguire il Rinnovo dei Patentini per le Attrezzature di Lavoro? Guarda un pò qui!

Come sempre sono qui, Grazie!

Francesco Tortora

 

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