Legge privacy, che c’è di sbagliato?

Legge privacy, che c’è di sbagliato?

La domanda è questa: perché tutti queste leggi per la privacy, tra cui l’ultimo Regolamento UE 2016/679? Non che voglia ricostruire la storia della riservatezza, non c’è tempo … e per quanto voglio raccontarvi nemmeno il motivo. Ma è giusto partire dal concetto primario: perché veder sventolare le questioni personali altrui ed in tanti casi le nostre? Veder la legge privacy, con ogni adempimento collegato, come un fatto puramente normativo … questo è il vero problema! Intanto, a distanza oramai di anni dalla sua introduzione normativa, il suo lavoro lo sta già facendo ed anche alla grande.

Pensate alle imprese, soprattutto queste: hanno perso soldi, mercato ed in molti casi anche la propria reputazione commerciale … a causa di persone che, senza alcuna volontà di cronaca giornalistica, si prendevano gioco di queste organizzazioni mandandole alla rovina. O ancora, pensate ai furti di identità che svuotano i conti correnti di migliaia persone al mondo. O, di nuovo ancora, pensate a quelle persone le cui sole proprietà erano la loro intimità: anche per molte di esse ci sono stati dei veri e propri delitti umani sotto il profilo della dignità.

Già, credo che forse non c’è la vera dimensione di quanto possiamo subire … e questo di per se basta a comprendere il vero motivo sul quale fondiamo la mancanza di una logica in tutti gli adempimenti che ci vengono richiesti dalla legge privacy. Personalmente, fa parte della nostra vita professionale. Diciamo che ci tuteliamo e che nel contempo tuteliamo. Prima di questa legge, tutti sapevano circa la riservatezza dei dati personali … ma ben pochi adottavano misure di sicurezza per prevenire rischi e proteggersi da eventuali danni. Da quando si è posto l’obbligo delle password, la nostra organizzazione è diventata più intima. Da quando è sorto l’obbligo delle copie informatiche, siamo meno preoccupati dei virus, dei furti, di qualunque evento accidentale.

Volevamo forse qualcosa che puntasse soltanto sul buon senso della gente senza dar spazio ad una serie di procedure, quali le password, le copie, i piani di ripristino, la custodia delle informazioni cartacee? Secondo voi, prima della legge, non era il buon senso che doveva governare il tutto? Il solo buon senso, probabilmente, poco è servito. Da qui, pertanto, le regole, la disciplina … perché non c’è nulla di sbagliato nel rispettare e nel farsi rispettare!

Nell’area risorse del sito internet di Brixia potete informarvi sulla disciplina della privacy con strumenti a vostra completa disposizione. La migliore strategia per proteggere i dati personali è importante a garanzia e tutela delle informazioni nostre e quelle di altre persone (clienti, dipendenti e collaboratori, fornitori, etc.).

Grazie, Francesco Tortora

 

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