Che mondo viviamo?

Che mondo viviamo? 

Siamo vicini al Natale … e da una vita ci viene detto di essere più buoni! Da molto tempo, però, non ci vien più detto di essere anche più bravi! A scuola ci spronavano (puoi fare di più!) e a casa pure (impegnati dai!) … ma, tranne eccezioni, poche altre persone si siedono di fronte a noi guardandoci negli occhi per spingerci a migliorarci! Da anni mi appassiona capire come funziona il mio cervello volendo migliorare la mia esperienza di vita e quella delle persone che entrano nella mia esistenza. E questo mio interesse mi ha portato immediatamente ad una conclusione, tra l’altro scontata: la mia mente, il mio modo di pensare è diverso da ogni altra persona. Io vivo il mio mondo, ciascuno ha il suo di mondo … ed è difficile trovare simili che la pensano esattamente allo stesso modo … nemmeno due amici fraterni, nemmeno due gemelli!

Infatti, se avete degli amici è perché la pensate più o meno uguale su alcuni aspetti … ma non su tutte le dinamiche della vita potreste trovarvi d’accordo! L’amicizia non è altro che la condivisione di una o più aree da parte di almeno due persone! Quando un tuo amico, parlando in linea generale, ti racconta qualcosa che ti ferisce … subito diventa un amico non proprio amico: la cosa più semplice da pensare è, invece, che lui ha un’idea diversa dalla mia … ha il suo mondo!

Molto probabilmente anche noi abbiamo delle idee diverse dalle sue … e se non vogliamo ferirlo, soprattutto se lo conosci bene, ti invito ad “essere leale” qualche volta in meno. Ciò, anche se hai da comunicargli una notizia o un fatto assolutamente veritiero, alla luce del sole. Ma com’è fatto il nostro mondo e perché è così specifico per ogni persona? Il nostro mondo (il mio e il tuo) è nato così come è nata la Terra … praticamente vergine! L’infanzia, i primi insegnamenti genitoriali e scolastici, le esperienze vissute, le nostre convinzioni, i ricordi, l’ambiente e via discorrendo … hanno modificato questa verginità e plasmato la nostra mente! La mente, nel suo plasmarsi, ci dota di particolari occhiali … le cui lenti filtrano la realtà oggettiva … creando in ciascuno di noi delle rappresentazioni interne molto personali! Un po’ come come un rolex o qualsiasi altro oggetto o persona, dove incontri chi lo adora e c’è anche chi lo odia!

Ma come si fa ad avere opinioni contrapposte su un oggetto o su una persona? Semplice … se pensi che le opinioni non sono altro che la disamina della nostra mente effettuata con le lenti speciali che ella stessa ci ha fornito! Magari il primo adora questo orologio perché la sola marca gli fa ricordare il padre adorato oggi defunto; il secondo, invece, lo odia … perché da quando gli è stato regalato accusa minuti di ritardo e questa situazione lo irrita di non poco! La nostra mente funziona così … può trasformare l’oro in carbone ed il carbone in oro. Ma, per quanto dura, non dobbiamo disperare.

La nostra mente, a meno che non abbia i fili tranciati … può ragionare in modo diverso. Pertanto, la soluzione chiaramente c’è … anche se bisogna lavorarci e non poco! Bisogna cambiare, ristrutturare il tutto conferendo rappresentazioni diverse da quelle attuali. Cambiare gli occhiali in favore di un film mentale migliore (le rappresentazioni interne sono dei veri e propri film mentali) conviene sempre e per ovvie ragioni quali:

  • minor risentimento verso la gente
  • positività emotiva e miglioramento delle relazioni
  • diretti benefici della salute (minor spappolamento epatico)
  • aumenti dei livelli di consapevolezza circa le proprie potenzialità
  • miglioramento netto dei livelli di autostima

L’ottimismo, quindi, è un ingrediente indispensabile … ma per ottimismo non intendo soltanto “impipparmi” di frasi positive o di risate spinte artificiali. Leggere ad alta voce, magari davanti allo specchio, la frase “<La vita è bella e non permetterò a nessuno di distruggerne nemmeno un giorno!> … serve a ben poco o, al limite, fin quando non arriva la prossima tempesta emotiva … dove non ti verrà in mente la frase che più volte ti sei raccontato! L’ottimismo, quindi, lo si ottiene migliorando il nostro modo di reagire alle circostanze che la vita ci pone davanti, soprattutto se queste sono negative! Ad esempio, davanti ad un compito errato svolto e che ha dato spazio ad una ramanzina da parte di un superiore, le persone reagiscono internamente perlopiù in questi due modalità:

  1. come al solito, non ne combino mai una buona
  2. se avessi prestato maggiore attenzione, il compito sarebbe andato meglio

Quando noi reagiamo utilizzando il primo modo … la nostra mente apprende uno stato di impotenza inconscia. Molto negativa questa situazione, soprattutto, se valorizzata da altre circostanze simili con risposte sempre di medesimo significato. E così … prima o poi, ma comunque molto presto … le persone si ritroveranno ad iniziare un nuovo compito già ben consapevoli di non combinare nulla di buono. E’ evidente che in questa prima casistica rientrano le persone con una visione pessimistica! Il secondo modo, invece, è tipico di chi ha una matrice ottimistica. In questo caso la persona sa di aver errato il compito, ma è altrettanto consapevole del fatto che lui stesso può cambiare l’esito prestando maggiore attenzione (riscontro circa le proprie capacità nell’avere maggiore attenzione).

Ora vorrei raccontarvi un’altra situazione, col semplice obiettivo di comprendere come le persone reagiscono anche in casi di un compito ben portato a termine col quale è stato ottenuto un elogio da parte del diretto superiore. Verificate le seguenti reazioni interne:

  • mi è andata bene, solo un bel colpo di fortuna
  • non poteva andare diversamente, giacché ero preparato alla grande

L’aspetto interessante è che la persona con una chiara visione pessimistica … vede il risultato positivo non nelle sue capacità, ma nella sola circostanza fortunosa. Anche in questo caso, la persona “pessimistica”, si avvicinerebbe ad un futuro compito senza far conto del proprio potenziale (che nemmeno riconosce), ma sperando in un altro colpetto di fortuna. Alla luce di ciò, e concludo, dobbiamo spingerci nel valutare le circostanze della vita nella sua oggettività e, prima di “darci” giudizi affrettati, di analizzarli al meglio. Un giudizio affrettato e negativo, infatti … alimenta l’insicurezza ed infoltisce le nebbie sulle nostre aspettative di vita, sulla felicità che ci spetta!

Peccato che la gente creda di non poter far nulla per se stessi! 

Francesco

 

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